tag:blogger.com,1999:blog-81956570682545733402024-03-14T00:45:30.377-07:00Energia dall'atomoQuesto blog si propone di fornire informazioni sulla produzione di energia elettrica mediante centrali nucleari. Gli articoli pubblicati sono basati su dati tecnici e sono scevri da considerazioni di tipo ideologicoWalterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.comBlogger15125tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-38486906587164063532011-03-19T05:01:00.000-07:002011-03-19T05:01:17.565-07:00Radioattività<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-UXQrFAR_6srtCv96S-l5LAQu7xyiqWozGsi7PJ3k7_uVUZ-op7gpiC4SlxcRddIzGyN1ot-EyXKXBi5oWMI2D2ph5dIlvOpi5qPBEHE4hMEgAgK4WEGPkSNz2Jelwxr3YK6dhy5tGP4/s1600/600px-Radioactive.svg.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-UXQrFAR_6srtCv96S-l5LAQu7xyiqWozGsi7PJ3k7_uVUZ-op7gpiC4SlxcRddIzGyN1ot-EyXKXBi5oWMI2D2ph5dIlvOpi5qPBEHE4hMEgAgK4WEGPkSNz2Jelwxr3YK6dhy5tGP4/s320/600px-Radioactive.svg.png" width="320" /></a></div>Come tutti sanno una delle principali controindicazioni alle centrali nucleari è la radioattività, che si può presentare in varie forme: nel corso della reazione (anche se viene contenuta quasi integralmente all'interno della centrale), nelle scorie nucleari oppure rilasciata in caso di incidenti e malfunzionamenti, come nel caso di questi giorni della centrale giapponese di Fukushima. Ma cos'è di preciso questa radioattività, e perché è tanto pericolosa?<br />
Come abbiamo visto in precedenza, <a href="http://energiadallatomo.blogspot.com/2010/04/latomo.html">l'atomo</a> (chi non l'ha già fatto dovrebbe leggere l'articolo cui conduce il link per capire meglio di cosa stiamo parlando) è composto da protoni, neutroni ed elettroni. I primi due sono contenuti nel nucleo atomico, gli elettroni invece costituiscono una nube che lo circonda. Abbiamo anche visto che i protoni sono dotati di carica positiva, mentre i neutroni non hanno carica. Tutti sanno che due cariche opposte si respingono, quindi è naturale chiedersi come sia possibile che i protoni stiano ammassati nel nucleo, quando saremmo portati a pensare che dovrebbero respingersi tra di loro: la ragione è che esiste in natura una forza detta "interazione forte" che è più grande di ogni altro tipo di forza. Essa è ciò che tiene uniti protoni e neutroni all'interno del nucleo atomico. Ora si capisce bene che c'è un equilibrio tra la forza che tende a respingere i protoni tra di loro, e la forza che tende ad unirli, ma quest'equilibrio non è stabile per tutti gli atomi. In particolare per piccoli atomi (fino a 20 protoni) sono stabili gli isotopi che hanno un numero pari di neutroni e protoni, mentre per atomi più grandi il numero di protoni deve essere leggermente inferiore a quello di protoni. Per atomi ancora più pesanti (più di 83 protoni) non esistono isotopi stabili.<br />
Gli atomi coinvolti nelle reazioni di fissione nucleare appartengono appunto a quest'ultimo gruppo. La conseguenza di questo fatto è che essi tenderanno a raggiungere una condizione di equilibrio stabile, e per farlo "decadono", ovvero si trasformano in altri atomi. Tuttavia in natura nulla si crea e nulla si distrugge, quindi se questi atomi perdono massa, allora questa massa deve essere finita da qualche altra parte oppure deve essersi trasformata in qualcos'altro: questa massa si è trasformata in energia, secondo la nota relazione <span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><a href="http://energiadallatomo.blogspot.com/2010/04/emc.html">E=mc²</a></span> e quest'energia viene liberata come radiazioni elettromagnetiche.<br />
Le onde emanate sono di varia natura, e differiscono tra loro per la frequenza delle radiazioni e il contenuto energetico delle stesse, che ne fa variare la dannosità per le specie biologiche (quindi anche l'uomo) e la capacità di penetrare la materia (e quindi la difficoltà che si incontra per riuscire a creare schermi impenetrabili da queste radiazioni). Senza entrare in questi dettagli troppo tecnici le cose più interessanti sono l'emivita, detta anche "tempo di dimezzamento" e il tipo di danni che queste radiazioni possono arrecare agli esseri viventi.<br />
Per quanto riguarda il primo punto, l'emivita è un valore che ci dice quanto tempo una sostanza radioattiva impiega a far decadere metà degli atomi instabili che la compongono. Poiché il decadimento non è una funzione lineare del tempo, non vuol dire che nel doppio del tempo di dimezzamento la sostanza cesserà di essere radioattiva, anzi nella realtà sarà necessario un tempo molto, molto più lungo, tuttavia siamo certi che una sostanza che ha un tempo di dimezzamento più grande sarà radioattiva più a lungo di un'altra che lo ha più piccolo. Quello che lascia sgomenti è che alcune sostanze coinvolte nelle reazioni nucleari delle centrali a fissione nucleare hanno un'emivita di centinaia di migliaia di anni e quindi in sostanza, rapportate alla durata della vita umana, si possono considerare eterne: per questo motivo non esiste in natura, né può essere costruito dall'uomo un deposito che possa contenere le scorie radioattive per tutto il tempo necessario a renderle innocue.<br />
Per quanto riguarda invece il secondo punto è utile definire un'unità di misura della dose di radiazioni assorbita da un organismo, e quest'unità è il Sievert, Sv (o, più opportunamente il suo sottomultiplo mSv) che rappresenta il rapporto tra <a href="http://energiadallatomo.blogspot.com/2010/04/energia-e-potenza.html">l'energia</a> assorbita a causa delle radiazioni per ogni kg di massa corporea (J/kg). Per cause naturali mediamente ogni individuo assume 2,4 mSv ogni anno, e questa quantità viene considerata innocua per le specie viventi. Questo valore può crescere per cause artificiali (ad esempio una radiografia provoca l'assorbimento di circa 1 mSv, mentre altri trattamenti medici possono far salire considerevolmente questo numero). In dosi massicce le radiazioni possono arrecare danni temporanei e permanenti, e questo dipende dalla loro capacità di alterare il DNA dell'individuo, col rischio che le cellule diano vita a una progenie malata, che può dar luogo, ad esempio, a tumori e leucemie.<br />
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Vediamo in che dosi giornaliere le radiazioni possono dar luogo a danni immediati (i danni a lungo termine sono più difficili da stimare):<br />
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0 – 0.25 Sv (0 - 250 mSv): Nessun danno<br />
0.25 – 1 Sv (250 - 1000 mSv): lieve nausea e perdita d'appetito; midollo osseo, linfonodi e milza danneggiati.<br />
1 – 3 Sv (1000 - 3000 mSv): forte nausea e perdita d'appetito; infezioni e danni più seri a midollo osseo, linfonodi e milza; guarigione probabile ma non assicurata<br />
3 – 6 Sv (3000 - 6000 mSv): enorme nausea e perdita d'appetito; emorragie, infezioni, diarrea, desquamazione della pelle, sterilità, morte se non ci si sottopone a cure mediche<br />
6 – 10 Sv (6000 - 10000 mSv): tutti i sintomi sopra elencati e problemi al sistema nervoso centrale; morte probabile<br />
Above 10 Sv (10000 mSv): morte certaWalterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-34796763503578844572011-03-17T12:32:00.001-07:002011-03-17T12:33:01.933-07:00Nucleare, il Governo tira il freno. Romani: 'Fermiamoci un attimo'<div style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 1em; line-height: 1.428em; margin-bottom: 1.428em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">BORGO SABOTINO (LATINA), 17 MAR - Il governo tira il freno a mano sul nucleare. Incalzato dal disastro giapponese e da un dibattito sempre piu' acceso, l'esecutivo affida al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, cui fanno eco le prese di posizione di Berlusconi, Bossi e, ancora di piu', della Prestigiacomo (''e' finita, bisogna uscirne''), il compito di togliere il piede dall'acceleratore dell'atomo. Romani ha scelto un contesto energetico, l'inaugurazione del cavo sottomarino Lazio-Sardegna di Terna, per giocare la carta della prudenza: ''Quello che e' successo in Giappone, un momento di riflessione lo deve dare'', ha detto, invitando il ''sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare''.</div><div style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 1em; line-height: 1.428em; margin-bottom: 1.428em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Nessun dettaglio temporale su questa ''pausa di riflessione'', che ''deve consentire di capire cosa sta accadendo'' e in particolare se gli stress test sulle vecchie centrali decisi dall''Europa ''diano sicurezza e informazioni''. In ogni caso, ha concluso ribadendo la propria ferma convinzione sull'opportunita' della scelta nucleare, ''non si possono fare scelte che non sono condivise da tutti''. Se quella di Romani e' una frenata, di vera e propria marcia indietro si puo' parlare per il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo: ''E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare'', e' il de profundis recitato dal ministro nei corridoi di Montecitorio. Adesso ''bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese''. I segnali mandati dai due ministri sono abbastanza chiari, ma prima di prendere decisioni e' la sicurezza che va messa al centro. Lo avrebbe detto anche il premier Silvio Berlusconi, convinto che, in questo momento, ci si debba affidare all'Unione europea. In ogni caso, ha avvertito Bossi senza entrare nel merito delle dichiarazioni di Romani sulle centrali, che a questo punto sembrano sempre piu' lontane, ''decide il territorio''.</div><div style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 1em; line-height: 1.428em; margin-bottom: 1.428em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><i>Fonte: Ansa.it</i></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-39003233812638802792011-03-12T07:56:00.000-08:002011-03-12T07:56:30.219-08:00Esplosione nella centrale di Fukushima allarme radiazioni, tre tecnici contaminati<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">E’ altissimo l’allarme all’impianto atomico di <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Fukushima</strong>, nel nord del Giappone, dove le autorità giapponesi ritengono che il reattore potrebbe aver subito un processo di fusione dopo il forte terremoto di venerdì. Lo rende noto l’agenzia locale <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Kyodo</strong>. Secondo la Commissione per la Sicurezza Nucleare del Giappone è stato individuato del cesio radioattivo vicino all’impianto. Il numero degli evacuati, nel frattempo, è salito a 210mila, in un raggio di 20km dalle centrali. Parti di barre del combustibile nucleare del reattore numero 1 sarebbero state brevemente esposte all’aria stamane dopo il raffreddamento, il livello della temperatura dell’acqua è sceso per l’evaporazione e un camion dei pompieri ha pompato acqua nel reattore. Intanto, verso le cinque del pomeriggio (ora locale) una esplosione ha sgretolato la gabbia esterna di contenimento di uno dei reattori, sollevando una colonna di fumo bianco.<br />
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<span class="vvqbox vvqyoutube" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; display: block; font-size: 14px; height: 385px; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 10px; max-width: 100%; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; visibility: visible !important; width: 640px;"><object data="http://www.youtube.com/v/NVtqsHNLZCw&rel=0&fs=1&showsearch=0&showinfo=0" height="385" id="vvq-97119-youtube-1" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; max-width: 100%; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; visibility: visible;" type="application/futuresplash" width="640"></object></span>I canali televisivi hanno avvertito i residenti della zona di rimanere al chiuso, spegnere i condizionatori d’aria e non bere l’acqua del rubinetto. Alle persone che sono all’esterno è stato consigliato di non lasciare esposta la pelle e coprirsi la faccia con maschere ed asciugamani bagnati. I quattro feriti sono stati portati in un ospedale della zona. L’esplosione è avvenuta poco dopo che i responsabili dell’impianto nucleare avevano annunciato di esser riusciti a ridurre la pressione nel reattore.<br />
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L’emittente giapponese Nhk ha detto che le autorità hanno misurato il livello di radiazione all’entrata dell’impianto di Fukushima alle 15:29 ora giapponese: se la gente fosse esposta a questo livello di radiazioni per un’ora riceverebbe la stessa quantità di radiazioni che si assume normalmente in un anno. In ogni caso, la società che gestisce l’impianto ha <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">escluso che l’esplosione abbia causato gravi danni</strong> al nocciolo del reattore.<br />
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L’esplosione, ha riferito la societa’ proprietaria dell’impianto di Fukushima, la Tepco, ha causato il crollo del tetto e delle mura dell’edifico al cui interno e’ ospitato il contenitore di acciaio del reattore che non “ha subito danni gravi”. La rilevazione di cesio all’esterno del reattore numero 1 di Fukushima Daichi conferma che il reattore, il cui sistema di raffreddamento si è bloccato dopo il terremoto di ieri, si è parzialmente fuso. All’interno dell’impianto il livello di radiazioni ha raggiunto un picco di <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">1.000 volte la norma e di 70 volte all’esterno</strong>. L’aumento delle radiazione all’esterno è stato causato dalla fuoriuscita controllata di vapore radioattivo dalla struttura nell’edificio che contiene il reattore. Intanto i tentativi di depressurizzare il modulo di contenimento del reattore 1 avrebbe avuto successo. A breve, saranno prese misure aggiuntive, come l’utilizzo di acqua di mare e acido borico. Intanto le autorità giapponesi pensano di avviare la distribuzione di iodio per una terapia anti-radiazioni tra la popolazione residente intorno alla zona delle centrali. Sono stati sicuramente <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">contaminati</strong>, invece, <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">tre tecnici </strong>che sono intervenuti sul posto. L’Agenzia internazionale per il nucleare (Aiea) ha in ogni caso chiesto al governo giapponese di essere ragguagliata “urgentemente” sulla situazione.<br />
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Il devastante terremoto in Giappone ha danneggiato anche il sistema di raffreddamento del reattore numero 2 di Fukushima, noto come Fukushima-Daini. Le autorità hanno deciso anche in questo caso di evacuare la popolazione nel raggio di 10 chilometri.<br />
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In totale a Fukushima sono presenti sei reattori. Il numero 1 è stato avviato nel 1971 e il numero 2 tre anni dopo. I piani di sviluppo della compagnia proprietaria, la Tokyo Electric Power, prevedevano l’installazione di altri due reattori nel 2013 e nel 2014. IL Giappone conta 52 centrali nucleari. Di queste 11 sono state in qualche modo coinvolte nel sisma.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"><br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Fonte: <a href="http://ilfattoquotidiano.it/2011/03/11/tsunami-in-giappone-allarme-radiazioni-mille-volte-superiori-al-normale/97119/">Il Fatto Quotidiano</a></span>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-51392762391610409652011-01-28T04:22:00.000-08:002011-01-28T04:22:51.131-08:00100% di energie rinnovabili entro il 2030<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoTPioIXo2lsH-tsfTuVYng-EgwuLuxnscFAoG_pmKIYQBQymWuhnSrOsuefPm4f9dTu22oeQweRDRVkHE_EdgUEdc4hW8ogM4-R4T0IR6r_8D4GMF9hn2Ju_yqbpJv-FAKcoEM7PuHwI/s1600/renewable-green-energy-5609.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoTPioIXo2lsH-tsfTuVYng-EgwuLuxnscFAoG_pmKIYQBQymWuhnSrOsuefPm4f9dTu22oeQweRDRVkHE_EdgUEdc4hW8ogM4-R4T0IR6r_8D4GMF9hn2Ju_yqbpJv-FAKcoEM7PuHwI/s320/renewable-green-energy-5609.jpg" width="320" /></a>Secondo uno studio dell'università americana di Stanford, entro il 2030 si potrebbe coprire l'intero fabbisogno di energia mondiale usando esclusivamente energie rinnovabili (nel calcolo non sono considerate né le biomasse né il nucleare).<br />
In sostanza lo studio sostiene che non vi siano limiti tecnici di alcun tipo al raggiungimento di questo ambizioso obiettivo, ma soltanto considerazioni di carattere economico e politico.<br />
Lo studio inoltre evidenzia come praticamente ogni tipo di fonte rinnovabile sia attualmente utilizzata a percentuali infime rispetto al suo potenziale (ad esempio usiamo solo lo 0,001% dell'energia dei venti e lo 0,0002% di quella del sole. Tra le fonti rinnovabili meno usate rientrano anche le onde, con un utilizzo di solo 0,000074% e le maree con un utilizzo del 0,0016%).<br />
La data del 2030 quindi non è fissata in base a considerazioni di carattere tecnologico, ma solo in base al fatto che entro quella data, secondo i due studiosi autori dello studio (Jacobson M.Z. e Delucchi M.A), i costi delle centrali rinnovabili usate nella loro ipotesi di mix scenderanno a tal punto che anche la sola idea di aprire una centrale atomica oppure a combustibile fossile sarà proibitiva.<br />
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Fonte: <a href="http://www.stanford.edu/group/efmh/jacobson/Articles/I/JDEnPolicyPt1.pdf">università di stanford</a>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-27215255527559405682010-11-27T00:31:00.000-08:002010-11-27T00:31:34.097-08:00Centrali nucleari, oltre ventimila aborti negli ultimi quarant’anni<span class="Apple-style-span" style="color: #231f20; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px;"></span><br />
<div class="fleft w620 f14 lh14 nero grazie bold" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 14px; font-weight: bold; line-height: 14px; margin-bottom: 5px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden; padding-bottom: 5px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 5px; text-align: left; vertical-align: baseline; width: 620px;">L'allarme è stato lanciato da uno studio tedesco. I numeri riguardano soprattutto bambine. Tante non ne sono nate attorno ai 35 chilometri delle 31 centrali europee analizzate</div><div class="fleft w620 f14 lh20 nero" id="testoarticolo" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-size: 14px; line-height: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 620px;">Gravidanza a rischio se la madre abita nelle vicinanze di una centrale nucleare. In numeri: ventimila aborti spontanei negli ultimi 40 anni. Il tutto attorno a 31 impianti di energia atomica, 27 tedeschi e 4 svizzeri. Senza contare un netto aumento di deformità e tumori infantili. Questo si legge in uno studio pubblicato dal Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco.<br />
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<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Effetti collaterali</strong><br />
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Negli scorsi giorni i ricercatori <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Ralf Kusmierz</strong>, <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Kristina Voigt</strong> e <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Hagen Scherb</strong> hanno pubblicato un report tra nascite e prossimità alle centrali nucleari in Germania e Svizzera, in modo da capire se la sola vicinanza delle centrali ha effetto sulla salute dei cittadini, anche in mancanza di grandi incidenti. <a href="http://ibb.helmholtz-muenchen.de/homepage/hagen.scherb/KusmierzVoigtScherbEnviroInfoBonn2010.pdf" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Lo studio</strong></a> è partito dai dati sugli effetti della catastrofe di Cernobyl, sulle nascite in Ucraina (si stima che un milione di bambine e bambini non siano mai nati in tutta Europa a causa del disastro di Cernobyl) e nelle regioni toccate dalla nuvola radioattiva. Luoghi in cui già in passato si erano riscontrate significative anomalie sia nel numero delle nascite che nel rapporto di nascite fra maschi e femmine.<br />
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L’obiettivo degli studiosi era quindi di verificare gli effetti delle centrali nucleari sulle nascite, e i risultati sono stati sconcertanti: secondo loro, nei 35 chilometri attorno alle centrali, negli ultimi quarant’anni sono mancate all’appello ventimila bambine. Normalmente nascono 105/106 femmine per ogni 100 maschi, mentre nelle regioni in questione le nascite di bambine, appunto, sono state molto inferiori. Questo perché gli embrioni femminili sono ancora più sensibili alla radioattività rispetto a quelli maschili. Non solo, gli studiosi tedeschi hanno anche evidenziato un netto aumento dei casi di tumore infantile nelle vicinanze delle centrali nucleari.<br />
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<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Disguidi nucleari</strong><br />
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Ma come si spiegano questi 20.000 aborti spontanei “in eccesso”, in assenza di incidenti conclamati presso le centrali di queste zone? Con il fatto che gli impianti, sostengono i ricercatori, rilasciano nell’ambiente sostanze tossiche o radioattive. E lo fanno in occasione di incidenti ritenuti di “basso livello”, quei numerosissimi “disguidi” (in Francia se ne verifica circa uno ogni tre giorni) che portano a una esposizione alla radioattività della popolazione “entro i limiti di sicurezza”. Limiti stabiliti dalle autorità nazionali, ma che per la loro frequenza e i loro effetti cumulati possono nuocere alla salute ben più di quanto i produttori di energia e le stesse autorità siano disposti ad ammettere.<br />
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Anche le sole attività legate alla produzione di energia, sostiene la ricerca, hanno effetti sull’ecosistema e sulle popolazioni circostanti, e la lista dei possibili “incidenti di basso livello” è lunga: si va dalle perdite nel trasporto e nello smaltimento delle scorie, agli scarichi di acque contaminate nei corsi d’acqua, fino alla presenza di agenti tossici nel vapore rilasciato in atmosfera che, è vero, non contiene CO2, ma non è certo il più salubre, in quanto proveniente da acqua evaporata entrando in contatto con un nucleo radioattivo.<br />
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<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Rassicurazioni o inganni?</strong><br />
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Eppure, al di là di questo, è impossibile ignorare che senza l’energia nucleare molti sistemi-Paese rischierebbero di fermarsi, con effetti gravissimi sulle loro economie. È anche comprensibile, di conseguenza, l’enorme impegno di questi Paesi nel rassicurare le popolazioni sulla sicurezza degli impianti. Recentemente nella regione inglese del Somerset EDF energy ha diffuso la notizia sul consenso della popolazione locale relativo all’ampliamento della centrale di Hinkley Point (la cui chiusura è prevista nel 2016). Un consenso ottenuto non con la forza, ma con un sondaggio, commissionato dalla stessa EDF. Anche <a href="http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-somerset-11521839" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">la Bbc ci era cascata</strong></a>, diffondendo insieme alla stampa locale la notizia che sei persone su dieci, nelle zone di Sedgemoor, Taunton Deane e West Somerset supportano l’ampliamento della centrale di Hinkley, nel sud ovest dell’Inghilterra.<br />
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<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/26/centrali-nucleari-oltre-ventimila-aborti-negli-ultimi-quarantanni/78974/(http://www.icmresearch.co.uk/pdfs/2010_oct_hinkley_survey.pdf)" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Un sondaggio</strong></a> considerato però da più parti ambiguo. Secondo <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Leo Barasi</strong> di Climate Sock domande quali: “Fino a che punto è d’accordo con la seguente affermazione: l’energia nucleare ha degli svantaggi, ma la nazione ha bisogno di energia nucleare come parte di un bilanciamento energetico con carbone, gas ed energia eolica”, sono poste in modo da rendere difficile un disaccordo (calcolato infatti nel 13% dei rispondenti a questa domanda), e chi oggi vede i risultati è portato a pensare che le persone intervistate nella zona in questione ritengano necessaria l’energia nucleare. Lo stesso vale per domande in cui, mentre si chiede di pensare agli aspetti positivi e negativi di un nuovo reattore ad Hinkley Point, rientrano sempre in qualche modo i benefici che un nuovo reattore avrebbe sull’economia e l’occupazione locali.<br />
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“A me sembra chiaro che questa lunga serie di domande guidi le persone verso un percorso mentale che le porta a pensare ad una centrale nucleare in modo ben diverso da quanto esse normalmente farebbero”, accusa <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Ben Goldacre</strong> dalle pagine del quotidiano <em style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">The Guardian</em>. Secondo il giornalista inglese ha infatti un effetto ben diverso chiedere: “Volete che i vostri figli restino disoccupati?”, invece che: “Siete tutti segretamente terrorizzati all’idea che potremmo farvi prendere il cancro?”. Gli statistici sanno bene che il diverso ordine dato a certe domande potrebbe far variare l’andamento di un questionario, e per Goldacre quello di EDF contravviene a molte delle regole di base da tenere in considerazione nella compilazione di un questionario statistico. In particolare quella che consiglia di “stare attenti a non influenzare le risposte”.<br />
<br />
<em style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">di Andrea Bertaglio - Il Fatto Quotidiano</strong></em></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-3161567053920730582010-11-19T00:18:00.001-08:002010-11-19T00:23:29.661-08:00Un disastro l’atomo all’italiana, parola del nuclearista Clò<span class="Apple-style-span" style="color: #231f20; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px;"></span><br />
<div class="fleft w620 f14 lh20 nero" id="testoarticolo" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-size: 14px; line-height: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 620px;"><div style="text-align: left;">Attorno al <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">“rinascimento nucleare”</strong>, del quale si parla molto facendo poco, ci sono alcuni misteri. Il primo è che in un profluvio di interviste e convegni, il governo Berlusconi ha costituito <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">l’Agenzia per la sicurezza nucleare</strong>, primo passo operativo per la costruzione di nuove centrali. Ma, chissà come, si è dimenticato di scrivere il documento programmatico che dovrebbe precedere il gran fervore di attività e che infatti il decreto legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010 ordinava di redigere in poche settimane. Questa è solo una delle bombe di profondità sganciate da <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Alberto Clò</strong>, docente di Economia industriale a Bologna e ministro dell’Industria <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">nel governo Dini</strong> (1995).</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">Il suo pamphlet Si fa presto a dire nucleare, appena pubblicato da <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Il Mulino</strong>, se letto con qualche attenzione dalla classe politica, metterebbe la pietra tombale su un piano nucleare fatto di chiacchiere. Che però, alla lunga, rischia di aprire la strada a una rendita miliardaria (in euro) e quindi a un gigantesco drenaggio di denaro pubblico. Clò si addentra nelle stranezze del nucleare all’italiana con perfida ironia: “Costruire per non produrre non è una gran prospettiva, specie se si sono spesi miliardi di euro”. E si chiede come mai si parte con il nucleare ma nel frattempo si autorizza anche un nuovo esercito di centrali a metano, cosicché si rischia tra 20 anni di non sapere che farne. <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">L’impatto</strong> del suo volumetto è moltiplicato dal fatto che fin dalla prima riga l’economista bolognese si dichiara nuclearista non pentito. E, quando Clò passa in rassegna le sciocchezze fatte o dette dai pasdaran dell’atomo, lo fa per metterli sull’avviso: sarà colpa vostra, avverte, se anche stavolta non combineremo niente. A 21 anni dal referendum che ci ha fatto uscire dal nucleare, secondo Clò una iattura, siamo rientrati in ballo con una semplice dichiarazione dell’allora ministro <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Claudio Scajola</strong> all’assemblea della <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Confindustria </strong>del 22 maggio 2008.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">Clò prende di mira la ottusa propaganda filonucleare, che non ha imparato niente dalla sconfitta degli anni Ottanta, e fa impietosamente il verso all’idea ossessiva di dipingere il ritorno al nucleare come una marcia trionfale all’insegna degli slogan: “La convenienza del nucleare è fuor di dubbio. Gli investitori sono in grado di assumersene l’onere senza alcun aiuto, sussidio, incentivo. I soldi non sono un problema. Possiamo farcela nel giro di pochissimi anni”. “Si fa presto a dire nucleare”, replica appunto Clò, che smonta una per una queste asserzioni, pur paventando il rischio di essere considerato “un traditore”. E al contrario sostenendo che solo guardando i problemi per quello che sono, senza fare i furbi, si potrà costruire attorno all’energia atomica quel consenso sociale indispensabile per procedere. Ed ecco la lista dei problemi. Innanzitutto non è vero che il nucleare avanza in tutto il mondo e gli italiani sono gli unici fessi a restare tagliati fuori. “Rispetto ai massimi toccati nel decennio scorso l’apporto del nucleare si è ridotto del 21 per cento in <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Germania</strong>, del 14 per cento in <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Giappone</strong>, del 27 per cento in <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Gran Bretagna</strong>, del 7 per cento in Francia, del 12 per cento nell’intera Unione europea”, scrive Clò.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">Inoltre le difficoltà economiche sono assai spinose. “I tempi medi di costruzione delle centrali sono raddoppiati”, scrive Clò, e questo pesa sul costo finanziario dell’operazione. Tra l’altro, rileva l’economista, “<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">l’Agenzia di Parigi </strong>ha calcolato che per le oltre 150 centrali realizzate tra 1986 e 1997 il costo effettivo è risultato doppio di quello previsto; mentre le cose sono andate ancor peggio negli Stati Uniti, con uno scarto di tre volte”. E ancora: non è vero che il nucleare fa risparmiare sui costi di generazione dell’elettricità. Arrivando al 25 per cento di produzione nucleare, come promesso da <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Berlusconi</strong>, Clò calcola nel <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">5 per cento</strong> il risparmio massimo ottenibile.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">Un po’ poco per giustificare economicamente un investimento di decine di miliardi di euro. Anche perché non è detto che il risparmio finisca ai consumatori. E qui Clò affronta il tema più insidioso della sfida nucleare. Con la leggenda dell’investimento tutto privato che si ripaga sul mercato, si rischia di accollare alle future generazioni un vincolo spaventoso: quello di dover mantenere per decenni, con il denaro di <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Pantalone</strong>, una rendita assistita dallo Stato. Già nei decreti del governo Berlusconi è prevista una copertura assicurativa dello Stato su tutti i ritardi di costruzione “per motivi indipendenti dal titolare dell’autorizzazione”. Poi c’è la cosiddetta<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"> “priorità di dispacciamento”</strong>: significa che l’elettricità nucleare avrà sempre la precedenza per l’immissione sulla rete, senza passare dai meccanismi di offerta all’asta, e quindi lasciando ferma la centrale a metano che in quel momento offrirebbe la stessa elettricità a meno. E infine, osserva Clò, “un ulteriore tipo di provvedimento – il più rilevante di tutti – è come garantire ai produttori nucleari certezza sui prezzi di cessione, per metterli al riparo dalle oscillazioni dei prezzi delle fonti concorrenti, dall’imprevedibilità della domanda, in una parola: dal mercato e dalla concorrenza. (…) Un simile intervento, che temiamo a protezione dei venditori più che a tutela dei consumatori, solleva legittimi interrogativi”.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">Questa prospettiva di un nucleare antieconomico e assistito fa la parte del leone nel libro di Clò, che da economista dichiara di non voler entrare nei temi dei rischi ambientali. Però una parte decisiva del suo pamphlet è dedicata al tema delle <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">“paure irrazionali”</strong>, a partire dal problema delle <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">scorie</strong>, “rimasto irrisolto, con la loro dislocazione e sistemazione ignote e comunque non degne di un paese civile”. Da qui parte un ragionamento che ribalta il senso comune nuclearista. Si è scoperto, attraverso serie ricerche, che “l’avversità al nucleare si basa sostanzialmente su implicazioni psicologiche, tali da annullare ogni considerazione sui suoi effetti benefici. <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Morale</strong>: insistere su questi, anziché tentare di rimuovere le prime era e rimane strategia comunicativa inutile, ancorché dominante”.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;">Da <em style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Il Fatto Quotidiano</em> del 18 novembre 2010</div></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-18411072907976202892010-11-02T13:35:00.000-07:002010-11-02T13:35:20.897-07:00L’energia nucleare? In bolletta sarebbe più cara di gas e carbone<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Il ritorno all’atomo potrebbe non essere conveniente per le tasche degli italiani. Anzi, l’elettricità proveniente dal nucleare in bolletta potrebbe risultare ben più salata di quella che arriva dalle centrali a gas o a carbone.<br />
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A sostenerlo, mentre il neoministro Romani assicura che le nomine per l’Agenzia nucleare arriveranno a inizio novembre, è la <a href="http://www.fondazionesvilupposostenibile.org/dtln-528-Piu_trasparenza_sui_costi_dell_elettricita_prodotta_con_nuove_centrali_nucleari?cid=12268" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Fondazione per lo sviluppo sostenibile</strong></a>.<br />
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Nel suo ultimo report, che confronta i costi dell’elettricità prodotta nel mondo da nuove centrali a gas e a carbone con quelli dell’elettricità prodotta da nuove centrali nucleari, il centro studi presieduto dall’ex ministro dell’ambiente <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Edo Ronchi</strong>, spiega che quest’ultima è mediamente di 72,8 Euro per Megawattora (MW/h). Più elevata del 16% rispetto ai 61 Euro/MWh delle centrali a gas e del 21% rispetto ai 57,5 del carbone.<br />
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Il report comparativo si basa sull’analisi di 8 studi, pubblicati tra il 2008 e il 2010 da Agenzia Nucleare dell’Ocse, Commissione Europea, Ufficio budget del Congresso e Dipartimento energetico americani, Mit, Camera dei Lords, Electric Power Research Institute e Moody’s.<br />
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«In <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Italia </strong>- si legge nel rapporto – il nucleare sarebbe ancora più caro rispetto ai Paesi in cui esiste da tempo». Il nostro Paese infatti dovrà ripartire da capo, tenendo conto delle caratteristiche morfologiche del territorio e affrontando le forti opposizioni locali, già ampiamente emerse da quando hanno cominciato a filtrare le indiscrezioni sulla lista dei siti messa a punto da<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"> Sogin</strong> (un assaggio lo ha avuto lo stesso Romani con il polverone che si è alzato dopo che si è lasciato scappare che una centrale nucleare in Lombardia non ci starebbe male). Infine bisognerebbe tenere conto dei tempi di realizzazione, presumibilmente più lunghi, e dei reattori da importare.<br />
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Il programma nucleare italiano, con i suoi 100 Terawattora e 13.000 Megawatt di nuove centrali da realizzare entro il 2030, scrive Ronchi, «non può semplicemente essere aggiunto all’esistente che comprende uno sviluppo delle rinnovabili (circa 100 TWh entro il 2020), di nuove centrali a gas e a carbone in costruzione o in fase avanzata di autorizzazione (almeno altri 10.000 MW entro il 2020), perché la crisi economica e le politiche di risparmio e di efficienza energetica stanno configurando una futura crescita moderata dei consumi elettrici».<br />
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È un dibattito acceso da sempre in Italia, quello fra chi lo stigmatizza e chi sostiene la bontà del nucleare come fonte di energia pulita, come modo per affrancarsi dalla dipendenza energetica dall’estero e anche come volano per la ricerca. Proprio in questi giorni è partito da <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Genova</strong> il roadshow che <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Enel </strong>e <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">EDF </strong>hanno organizzato insieme a varie università italiane sul tema del ritorno all’atomo. “Non c’è attualmente un settore come quello del nucleare – ha affermato in quell’occasione <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Paola Girdinio</strong>, preside della facoltà di Ingegneria del capoluogo ligure – che sia in grado di favorire lo sviluppo della ricerca”.<br />
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Secondo la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, e in effetti sarebbe strano il contrario visto il nome, la via da seguire è il mix di energie rinnovabili. Fonti di energia che restano ancora molto costose, ma sembrano avviarsi, pian piano, a diventare meno salate.<br />
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Secondo un recente<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/14/adesso-il-fotovoltaico-diventa-piu-economico-dellenergia-atomica-ma-litalia-non-vuole-cambiare-strada/71673/" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"> studio della Duke University </a>la convenienza rispetto all’atomo ci sarebbe già. L’energia fotovoltaica, dicono gli studiosi americani, è già meno cara di quella nucleare.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Fonte: <i><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/02/lenergia-nucleare-in-bolletta-sarebbe-piu-cara-di-gas-e-carbone/74804/">Il fatto quotidiano</a></i></span>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-40513177111557009512010-10-14T08:37:00.000-07:002010-10-14T08:38:24.454-07:00Il fotovoltaico più economico dell’energia atomica, ma l’Italia non vuole cambiare strada<span class="Apple-style-span" style="color: #231f20; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px;"></span><br />
<div class="fleft w620 f14 lh14 nero grazie bold" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 14px; font-weight: bold; line-height: 14px; margin-bottom: 5px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden; padding-bottom: 5px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 5px; text-align: left; vertical-align: baseline; width: 620px;">Secondo il rapporto della Duke University in North Carolina i costi dei sistemi solari sono scesi a un punto che è ormai inferiore a quelli previsti per la costruzione di nuove centrali nucleari</div><div class="fleft w620 f14 lh20 nero" id="testoarticolo" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-size: 14px; line-height: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 620px;"><div class="w300 fleft" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; float: left; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 300px;"><img class="fleft" src="http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-content/themes/ilfatto/thumb/295x0/wp-content/uploads/2010/10/fotovoltaico4.jpg" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-color: initial; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-style: initial; border-style: initial; border-top-width: 0px; float: left; font-size: 14px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 20px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;" /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2010/10/fotovoltaico4.jpg" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;"></a>Solare pulito ma più costoso del nucleare? Forse ieri, ma ora non più. Al di là dei possibili problemi legati al loro smaltimento, gli impianti fotovoltaici sono generalmente visti come un modo più pulito e sostenibile di produrre energia rispetto all’energia atomica, ma molto più dispendioso. Secondo lo studio americano <a href="http://www.ncwarn.org/wp-content/uploads/2010/07/NCW-SolarReport_final1.pdf" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">“Solar and Nuclear Costs — The Historic Crossover”</strong></a>, non è più così. Un recente rapporto della Duke University, in North Carolina, rivela infatti che l’energia solare è diventata ormai più conveniente di quella nucleare non solo a livello ambientale (smaltire o riciclare i moduli è generalmente ritenuto meno problematico che gestire scorie che rimangono radioattive per migliaia di anni), ma anche economico. “Il solare fotovoltaico ha raggiunto le alternative a più basso costo all’energia nucleare”, ha affermato il professor <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">John O. Blackburn</strong>, docente di economia presso la Duke University e autore dello studio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nel rapporto di Blackburn viene dimostrato come i costi dei sistemi fotovoltaici siano scesi a un punto che è ormai inferiore a quello dei costi previsti per la costruzione di nuove centrali nucleari, e che potrebbe succedere lo stesso nei confronti delle fonti fossili di energia già entro il 2013. Questo “passaggio storico” sarebbe dovuto al fatto che negli Usa il costo del solare è, in questo momento, di 16 centesimi di dollaro al kWh. Secondo <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Mark Cooper</strong>, analista specializzato nell’individuare i costi dell’energia nucleare presso l’Institute for Energy and Environment della Vermont Law School, questi 16 centesimi potrebbero scendere a 6, se si implementassero maggiormente “efficienza energetica, co-generazione e utilizzo di fonti rinnovabili”. Cooper ha poi affermato che mentre i costi del solare sono costantemente diminuiti negli ultimi otto anni, quelli stimati per costruire negli Stati Uniti una centrale nucleare sono passati dai 3 miliardi di dollari nel 2002 agli attuali 10 miliardi per reattore.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nel rapporto <a href="http://www.nirs.org/neconomics/110309cooperreport.pdf" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; font-size: 14px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;" target="_blank"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">“All Risk, No Reward for Taxpayers and Ratepayers”</strong></a>, Cooper ha riportato inoltre che questo aumento dei costi è “nulla in confronto ai rischi finanziari e ai sussidi che affiancheranno la nuova ondata di centrali nucleari in costruzione”. Sussidi che “producono una distorsione del mercato”, afferma <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Doug Koplow</strong>, economista dell’Earth Track di Cambridge, in Massachusetts, un’associazione che si oppone ai sussidi nel settore dell’energia, i quali rischiano di “chiudere il mercato a fonti di energia più competitive”. Rendendo ancora più complicata l’identificazione di quelli che sono i costi reali delle tecnologie energetiche in competizione fra loro. A Koplow ha fatto eco <strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Peter Athrton</strong>, analista del colosso finanziario Citigroup e autore di uno studio che ha dimostrato come l’industria nucleare non potrebbe sopravvivere, senza trasferire i costi e i rischi economici sui contribuenti. Fatto confermato dalle condizioni poste dalle compagnie che dovrebbero costruire i nuovi reattori nel Regno Unito.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nuovi reattori che, nei luoghi in cui sono già in fase di costruzione, stanno subendo enormi ritardi e importanti lievitazioni dei prezzi. Ne è un ottimo esempio quello di Olkiluoto in Finlandia, che ha già accumulato un ritardo di oltre tre anni rispetto alla sua prevista data di ultimazione, e del quale i costi finali sono più che raddoppiati. La spesa prevista del reattore finlandese era infatti di 2,5 miliardi di euro nel 2002, quando fu approvato; nel 2005, alla firma del contratto, era salita a 3,3 miliardi; nel 2009, con i lavori già in grande ritardo, la spesa preventivata era giunta a 5,3 miliardi; oggi, dopo un altro anno di ritardo accumulato, la stessa avrebbe già abbondantemente superato i 6 miliardi di euro.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Da questi studi traspare il fatto che in un sistema nel quale si tende a aumentare l’offerta di energia piuttosto che diminuirne la domanda (e gli sprechi), se si calcola solo la quantità di energia prodotta le rinnovabili sono ancora perdenti nei confronti del nucleare, che ne produce una enorme quantità. Ma se si calcolano nel bilancio i costi economici e ambientali, incrementando il generale livello di efficienza energetica, è evidente che bisogna cambiare prospettiva, e che non serve produrre più energia, ma bisogna consumarne di meno. Nonostante tutti questi segnali che giungono dall’estero, però, in Italia sembrerebbe imminente un “rinascimento atomico”, accompagnato dalla promozione di metodi di produzione di energia tanto costosi quanto rischiosi per la collettività.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Già nel 1985 la prestigiosa rivista americana Forbes, specializzata da quasi un secolo in economia e finanza, definì la costruzione degli impianti nucleari americani di prima generazione “il più grande disastro gestionale della storia del business”. Le classi dirigenti italiane, invece, non hanno ancora capito nel 2010 che di disastri gestionali, in Italia, ne abbiamo e ne abbiamo avuti a sufficienza.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><em style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">di Andrea Bertaglio</strong></em></div></div><div class="fleft w620 f14 lh20 nero" id="testoarticolo" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-size: 14px; line-height: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 620px;"><div style="text-align: justify;"><em style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><br />
</strong></em></div></div><div class="fleft w620 f14 lh20 nero" id="testoarticolo" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: black; float: left; font-size: 14px; line-height: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 620px;"><div style="text-align: justify;"><em style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">fonte: Il Fatto quotidiano</strong></em></div></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-53536337219891839512010-08-11T07:21:00.000-07:002010-08-11T07:21:51.523-07:00Il solare costa meno del nucleare<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuX0rb_Q5ox73Bmer2-yXqQyi0jSDH9h9hHgWal7EKaVpqUg_vI-xw1WD2MNqr6uwE_VEFrge_dtyYB7bd_95FMbrF55L563TfQcDskJGnQxasMZ4qf_Fhy5rld4vR0ZabJpRHpJx3KYY/s1600/Solar-NuclearGraph%5B1%5D--180x140.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuX0rb_Q5ox73Bmer2-yXqQyi0jSDH9h9hHgWal7EKaVpqUg_vI-xw1WD2MNqr6uwE_VEFrge_dtyYB7bd_95FMbrF55L563TfQcDskJGnQxasMZ4qf_Fhy5rld4vR0ZabJpRHpJx3KYY/s320/Solar-NuclearGraph%5B1%5D--180x140.jpg" /></a><span class="Apple-style-span" style="color: #464646; font-family: Georgia, Palatino, serif; font-size: 14px; line-height: 21px;"><b>NEW YORK</b> - Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un <a href="http://www.nytimes.com/2010/07/27/business/global/27iht-renuke.html?src=busln" rel="nofollow" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #565656; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank"><u>articolo pubblicato il 26 luglio sul <span style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: italic; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">New York Times</span>,</u></a> che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo <a href="http://www.sustainablebusiness.com/index.cfm/go/news.display/id/20683" rel="nofollow" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #565656; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank"><u><span style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: italic; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover</span>, pubblicato sul sito dell’atene</u></a>o. «Il sorpasso è avvenuto da quando il <a href="http://www.ncwarn.org/wp-content/uploads/2010/07/NCW-SolarReport_final1.pdf" rel="nofollow" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #565656; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank"><u>solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh)</u></a>. Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse.</span><br />
<div style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 1em; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"></div><div style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 1em; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA</span> - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.</div><div class="right" id="rectangle right" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; display: inline; float: right; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"></div><div style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 1em; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 14px; font-style: inherit; font-weight: bold; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">COSTI NUCLEARE IN CRESCITA</span> - I costi dell'energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l'aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell'Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell'Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.</div><div><i>fonte: <a href="http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/10_luglio_27/solare-costi-nucleare_6c3ac74a-998b-11df-882f-00144f02aabe.shtml">il Corriere della Sera</a></i></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-90563518732017908952010-04-26T06:11:00.000-07:002010-04-26T06:11:27.203-07:00Nucleare: lavori entro tre anni<span class="Apple-style-span" style="color: #464646; font-family: Georgia, Palatino, serif; font-size: 14px; line-height: 21px;"></span><br />
<div style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 1em; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBpzvIZBKskay-jysb95UQYKD-PrxYWnx4uwn2KYg59JOBhtzUQeFjV1snaj2XDLqKC13_2Fp1eTXDscEvbSWPR-kS62rAntCKnX2_1eZU7bxLFal5BMsD6gxtYtYV8-3KLmGnHfNdFCI/s1600/putin--140x180.JPG.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBpzvIZBKskay-jysb95UQYKD-PrxYWnx4uwn2KYg59JOBhtzUQeFjV1snaj2XDLqKC13_2Fp1eTXDscEvbSWPR-kS62rAntCKnX2_1eZU7bxLFal5BMsD6gxtYtYV8-3KLmGnHfNdFCI/s320/putin--140x180.JPG.jpeg" /></a><b></b></div><b><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><b>NUCLEARE</b> - «Abbiamo parlato molto del futuro dell'energia nel mondo - ha spiegato Berlusconi - e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare. Un progetto che potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future» (il riferimento è al memorandum d’intesa per la collaborazione in vista della creazione in territorio russo di un reattore termonucleare sperimentale "Ignitor"). Poi l'annuncio del premier: i lavori per la prima centrale nucleare in Italia «saranno iniziati entro tre anni» e ha assicurato che il ministro Scajola è intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura. «Prima di individuare un luogo in cui realizzare una centrale nucleare, bisogna che cambi l'opinione pubblica italiana». «Dobbiamo fare una vasta opera di convincimento, guardando alla situazione francese - ha aggiunto il premier -. In Francia le comunità locali scendono in campo per avere le centrali in casa loro, hanno ormai raggiunto una consapevolezza della non pericolosità degli impianti, che portano anche tanto lavoro. In situazioni locali dove c'è bisogno di maggiori posti di lavoro si scatena la rincorsa per avere le centrali. Ne ho parlato anche con esponenti della nostra tv di Stato, stiamo lavorando a un progetto per raccogliere le esperienze dei francesi che vivono vicino alle centrali - ha sottolineato Berlusconi -. È un lavoro che durerà più di un anno, ma è preliminare per individuare i luoghi degli impianti».</span></div></b><br />
<div><i>Fonte: www.corriere.it</i></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-30325894391992243752010-04-24T14:07:00.000-07:002010-04-25T01:47:25.018-07:00Fissione e fusione nucleare<div style="text-align: justify;">Fissione e fusione sono le due reazioni nucleari che si possono utilizzare per produrre energia o per scopi bellici. Sebbene siano due fenomeni diametralmente opposti, il principio fisico sul quale si basano è esattamente il medesimo, ed è descritto dalla famosa equazione di Einstein <a href="http://energiadallatomo.blogspot.com/2010/04/emc.html">E=mc²</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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<b><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNI9RIQmX2MQxTmX2QSsF-coH10z2AprfWtXKj_d6FitPMgWJ5VVuyCRn1QkGzNfVmTyEW55KwBXuIqTEjJv7SKF-I5MCmq3XV-EA_ThN1JJWCsQ4UYdpXzo396ZWlCOSTz3E1j4-_1eY/s1600/1000px-Nuclear_fission.svg.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNI9RIQmX2MQxTmX2QSsF-coH10z2AprfWtXKj_d6FitPMgWJ5VVuyCRn1QkGzNfVmTyEW55KwBXuIqTEjJv7SKF-I5MCmq3XV-EA_ThN1JJWCsQ4UYdpXzo396ZWlCOSTz3E1j4-_1eY/s200/1000px-Nuclear_fission.svg.png" width="131" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><b>La fissione nucleare</b> consiste nella rottura di un atomo (o meglio del suo nucleo) in due parti, le cui masse sommate non raggiungono la massa originaria: la massa "mancante" si è trasformata in energia, secondo la relazione di Einstein prima citata. <a href="http://energiadallatomo.blogspot.com/2010/04/latomo.html">L'atomo</a> di partenza deve essere di materiale fissile, ovvero adatto alla fissione nucleare. Due atomi adatti allo scopo sono l'uranio-235 e il plutonio-239. Poiché in natura l'uranio si presenta come la miscela di due isotopi (il 235 e il 238) e quello utile alla fissione (il 235, appunto) è quello meno presente, occorre effettuare un'operazione chiamata "arricchimento", finalizzata all'aumento della percentuale di uranio-235. L'atomo (o meglio il suo nucleo) originario viene bombardato da un neutrone e in seguito all'impatto si spezza in più parti liberando neutroni che vanno a colpire altri atomi, proseguendo la reazione a catena, ed energia.</span></div></b><br />
<div style="text-align: justify;">La fissione è usata nella totalità delle centrali nucleari non sperimentali ed è anche il meccanismo sfruttato dalle due bombe atomiche che furono sganciate dagli USA sul Giappone (per la precisione a Hiroshima fu sganciata una bomba all'uranio, a Nagasaki una al plutonio), con la differenza che in un ordigno bellico la reazione a catena è incontrollata, invece in una centrale è (o, meglio, <i>dovrebbe</i> essere un fenomeno controllato).</div><div style="text-align: justify;">I prodotti di risulta da tale tipo di reazione sono atomi instabili, ovvero radioattivi: tali atomi cercano di raggiungere la stabilità, e per farlo emettono radiazioni dannose per gli organismi biologici (si descriverà più accuratamente in un prossimo articolo il fenomeno del decadimento radioattivo e i suoi effetti sui viventi).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNz7DHcWYolQ0oeLThwhMXmAXI-o-rNCn9ij8d5WjvUmQMmaAGUleYs3g9lexKaqOd5TstL8b4E-_b1ebvlSz7LVr4lv4698np_pm4Q54lWweru0SOXNgWpAMZPcTIOxPssfMYqbv3Vkg/s1600/248px-Deuterium-tritium_fusion.svg.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNz7DHcWYolQ0oeLThwhMXmAXI-o-rNCn9ij8d5WjvUmQMmaAGUleYs3g9lexKaqOd5TstL8b4E-_b1ebvlSz7LVr4lv4698np_pm4Q54lWweru0SOXNgWpAMZPcTIOxPssfMYqbv3Vkg/s200/248px-Deuterium-tritium_fusion.svg.png" width="179" /></a><b>La fusione nucleare</b> è invece il tipo di reazione che avviene in tutte le stelle. Due nuclei atomici leggeri (ad esempio il deuterio e il trizio, due isotopi dell'idrogeno) si fondono e ne formano un terzo, la cui massa è minore della somma dei due di partenza. Anche questa volta la "massa mancante" si è tramutata in energia. Questo meccanismo è molto interessante poiché consentirebbe di produrre grandi quantità di energia in modo più sicuro ed ecologico delle attuali centrali nucleari (non ci sarebbero scorie radioattive), tuttavia il meccanismo di fusione è stato riprodotto dall'uomo solo a livello sperimentale, poiché ci sono alcune grosse difficoltà tecniche attualmente difficili da superare (ad esempio le reazioni di fusione avvengono a temperature elevatissime, che rendono inadeguati i materiali a disposizione dell'uomo e costringono all'uso di forti campi magnetici che però per essere tenuti attivi consumano grosse quantità di energia, anche maggiori di quella prodotta dalla fusione stessa. Per questo motivo è allo studio la cosiddetta "fusione fredda" che sarebbe una reazione di fusione a temperature più gestibili dall'uomo e dalle tecnologie attualmente a disposizione).</div><div style="text-align: justify;">L'uomo tuttavia è riuscito con successo nel realizzare bombe che sfruttino il meccanismo di fusione nucleare (le bombe H, come la bomba Zar, il più potente ordigno atomico mai realizzato), che sono decisamente più devastanti di quelle che distrussero Hiroshima e Nagasaki.</div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-3699776463565494732010-04-13T07:50:00.000-07:002010-04-13T08:10:51.804-07:00E=mc²<div style="text-align: left;"><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZDwVwOgxrR-CKsRvThtv7JNVjvEzgbz0o7rQ0hOpxEjjKz7f8c_aBeiG4QcgvA-sZOo3pRh0GyDHi_Ff8LioJoj7LhOzWjsOIxWxGBudsyh8K8WilJO8z-S39Vh1xkBINSzLkjchcn4g/s1600/460px-Albert_Einstein_Head.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-decoration: none;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZDwVwOgxrR-CKsRvThtv7JNVjvEzgbz0o7rQ0hOpxEjjKz7f8c_aBeiG4QcgvA-sZOo3pRh0GyDHi_Ff8LioJoj7LhOzWjsOIxWxGBudsyh8K8WilJO8z-S39Vh1xkBINSzLkjchcn4g/s320/460px-Albert_Einstein_Head.jpg" width="244" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">"E=mc²" (dove "E" sta per energia, "m" per massa, e "c²" è il quadrato della velocità della luce) è probabilmente una delle formule fisiche più celebri in assoluto, anche a causa della sua straordinaria semplicità. Essa racchiude in sé un concetto rivoluzionario: massa ed energia sono due facce della stessa medaglia, e quindi non è vero -come si credeva in passato- che ciascuna di esse, presa singolarmente, "si conserva" (ovvero non è possibile crearla né distruggerla), ma si può invece convertire l'una nell'altra. La massa non è altro che energia concentrata, e visto che la costante c è enorme (a maggior ragione lo è il suo quadrato) risulta da subito evidente che se si riesce a trasformare una piccolissima quantità di materia allora si ottiene un'enorme quantità di energia.</div><div style="text-align: justify;">Questo è proprio ciò che accade nelle reazioni nucleari (di fusione, come quella che avviene nelle stelle, o di fissione, come quella che avviene nelle comuni centrali atomiche), come si vedrà più approfonditamente negli articoli che verranno pubblicati nei prossimi giorni.</div></div></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-56928914205095494942010-04-13T02:08:00.000-07:002010-04-13T07:55:29.467-07:00L'atomo<div style="text-align: justify;">Per poter comprendere il funzionamento di una centrale atomica occorre sapere qualcosa... sull'atomo (chi l'avrebbe mai detto!). Ai nostri scopi non serve sapere molto, se non quali sono le particelle che lo compongono, cos'è il numero atomico e cosa sono gli isotopi. Ma procediamo con ordine.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">"Atomo", è una parola che deriva dal greco ἄτομος e vuol dire "indivisibile". In effetti già nell'antica Grecia c'erano alcuni pensatori che ritenevano che la materia non fosse continua, ma discreta e che quindi non si potesse dividere all'infinito perché ad un certo punto si sarebbe arrivati a elementi non più divisibili, gli "atomi", appunto. All'epoca tuttavia non c'era modo di provare che gli atomi effettivamente esistessero, cosa che fu fatta solo in tempi molto più recenti.</div><div style="text-align: justify;">In tempi ancora più recenti tuttavia, si è scoperto che gli atomi non sono realmente indivisibili, e anzi il fatto che lo siano è quello che poi rende possibile la produzione di energia nelle centrali atomiche, ma questo lo vedremo in seguito.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6gVwVOgLh4KJSs1GfjJR_SxUqv1PcFr2wkWt0gxJlvHgd_sptjWklRJDmPjjRrmNR-Gnr-1zGY_34fCEqrZ7-r6WK6fzc31eWrAeRtYwgQa7gF8WSeUxI8r7aQOKGe7NGYNOnLTWYf9o/s1600/198px-Atom.svg.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6gVwVOgLh4KJSs1GfjJR_SxUqv1PcFr2wkWt0gxJlvHgd_sptjWklRJDmPjjRrmNR-Gnr-1zGY_34fCEqrZ7-r6WK6fzc31eWrAeRtYwgQa7gF8WSeUxI8r7aQOKGe7NGYNOnLTWYf9o/s320/198px-Atom.svg.png" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">Un atomo generico è composto di tre particelle diverse: protoni, neutroni ed elettroni. Come suggerisce la parola stessa, i <b>neutroni</b> sono particelle neutre, ovvero prive di carica. I <b>protoni</b> e gli <b>elettroni</b>, viceversa, hanno rispettivamente carica positiva e carica negativa. I protoni e i neutroni hanno massa e dimensione enormemente più grande di quella degli elettroni, tuttavia la carica elettrica di un protone è esattamente uguale (anche se opposta) a quella di un elettrone. Protoni e neutroni sono ammassati insieme nel nucleo, mentre gli elettroni si muovono in degli "orbitali" a grande distanza. Nonostante si rappresenti spesso l'atomo come un piccolo "sistema solare" in cui il Sole è rappresentato dal nucleo e i pianeti sono gli elettroni, c'è una fondamentale differenza (a parte le dimensioni!) tra i due sistemi: nel caso del sistema solare i pianeti seguono delle orbite ellittiche ben definite, in un atomo gli elettroni non seguono una traiettoria ben precisa, e anzi non si può conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità di un elettrone. L'unica cosa che si può conoscere è una funzione "densità di probabilità", che indica dove è più probabile che si trovi un elettrone. Ma questi discorsi sono argomento di studio della meccanica quantistica, e non è necessario approfondire queste questioni in questa sede.</div><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il <b>numero atomico (Z)</b> è il numero di protoni (e quindi anche di elettroni, dato l'atomo è neutro e quindi protoni ed elettroni devono essere presenti nella stessa quantità, così da bilanciare reciprocamente le proprie cariche). Questo numero è molto importante giacché è proprio quello che distingue ciascun elemento chimico dall'altro ed è proprio per la sua importanza che gli elementi chimici sono ordinati nella tavola periodica proprio in base al loro numero atomico. L'atomo col numero atomico più piccolo (1) è l'idrogeno. Uno degli elementi più interessanti (se non il più interessante in assoluto) per quanto riguarda l'energia atomica è l'uranio, che ha numero atomico 92 (significa quindi che in un atomo di uranio sono presenti 92 protoni nel suo nucleo e 92 elettroni che si muovono in una nuvola elettronica intorno al nucleo stesso).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il <b>numero di massa (A)</b> è invece la somma del numero di protoni e di neutroni del nucleo. Esso essenzialmente è una misura della massa dell'atomo. Ovviamente sottraendo al numero di atomico quello di massa si ottiene il numero di neutroni. È interessante notare che mentre il numero atomico è caratteristico di un elemento (l'idrogeno ha sempre un unico protone, se ne avesse due non sarebbe più idrogeno ma un'altra cosa -elio, nello specifico-), il numero di massa (e conseguentemente il numero di neutroni) non lo è: ciascun elemento non ha un numero di neutroni ben definito, e anzi la maggior parte degli elementi è presente in natura con un numero di neutroni variabile. In effetti questo è proprio il concetto di <b>isotopo</b>: due atomi con pari numero atomico ma differente numero di massa sono due isotopi dello stesso elemento e ciascun isotopo si indica col nome dell'atomo seguito dal suo numero di massa. Gli isotopi di uno stesso elemento hanno comportamento chimico fondamentalmente identico, tuttavia in alcuni ambiti specifici è fondamentale sapere con che isotopi si ha a che fare. Per quanto riguarda l'energia nucleare, nello specifico, sicuramente l'isotopo più interessante è l'uranio-235 (che quindi ha 235-92=142 neutroni), poiché è quello che meglio si presta alle reazioni di fissione che verranno descritte in seguito.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Riassumendo, se si vuole indicare un elemento piuttosto che un altro occorre specificare il suo numero atomico Z, se si vuole distinguere tra i vari isotopi di uno stesso elemento occorre specificare i loro numeri di massa A.</div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-79579195382666544212010-04-12T13:08:00.000-07:002010-04-13T07:55:54.864-07:00Energia e potenza<div style="text-align: justify;">Per poter parlare in modo quantomeno sensato di nucleare occorre almeno sapere cosa sono l'energia e la potenza, e come si misurano. A molti sembrerebbe una precisazione inutile, ma in realtà è piuttosto diffusa una certa confusione sull'argomento, quindi è bene fissare questi concetti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>L'energia</b> è la capacità di un corpo di compiere lavoro, e si misura nel Sistema Internazionale in Joule <span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">(1)</span> (nonostante molti pronuncino /dʒaʊl/, la pronuncia corretta è /dʒu:l/).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>La potenza</b> invece è l'energia scambiata nell'unità di tempo, e si misura nel SI in Watt (W). Un Watt è equivalente alla potenza corrispondente al trasferimento di un Joule in un secondo.<span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 11px;">(2)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Volendo fare un parallelo per chiarire le idee a riguardo, si può paragonare l'energia all'acqua contenuta in un serbatoio e la potenza alla portata in ingresso (o in uscita) dallo stesso. A seconda degli usi che faremo dell'acqua saranno necessarie diverse quantità di acqua e diverse portate. Ad esempio per fare una doccia abbiamo bisogno di una gran quantità di acqua e di una grande portata costante, per lavare i denti invece occorre una quantità di acqua più limitata e una portata più bassa e intermittente. Tuttavia non sempre una portata minore corrisponde a un consumo di acqua complessivo minore, ad esempio per riempire la vasca da bagno occorre molta più acqua di quella necessaria a fare una doccia, però la portata del rubinetto della vasca da bagno è solitamente inferiore a quella della doccia (tuttavia resta aperto per un tempo maggiore).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf1CuaNrN6OWaSbl9G-Gd4RflbBT1WZhs3m9s1F7-Py4G82tXAw-R-gmrBEyLjmdct52kBK7ApVoiJI7ZI2kLz6DwlF_Ko2Uq-2FPkDDgqx-8lIKGoNx6Gagd7xpzmIU50wwmHAWA-P18/s1600/450px-Electric_wiring_near_Helsinki.JPG.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf1CuaNrN6OWaSbl9G-Gd4RflbBT1WZhs3m9s1F7-Py4G82tXAw-R-gmrBEyLjmdct52kBK7ApVoiJI7ZI2kLz6DwlF_Ko2Uq-2FPkDDgqx-8lIKGoNx6Gagd7xpzmIU50wwmHAWA-P18/s320/450px-Electric_wiring_near_Helsinki.JPG.jpeg" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">Quando si parla di energia elettrica è piuttosto diffuso l'uso dell'unità di misura "Wattora" (Wh) che equivale, come l'intuito suggerisce, all'energia richiesta per erogare una potenza di un Watt per un'ora. Occorre fare bene attenzione a non confondere i Watt con i Wattora, dato che corrispondono a due grandezze fisiche ben diverse.</div><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Occorre inoltre precisare che, dato che ci si accinge a parlare di centrali elettriche, le potenze e le energie in gioco sono enormi, quindi è universalmente diffuso l'uso dei multipli delle unità qua presentate. Nello specifico tutti conoscono il prefisso kilo- (1000), ma non tutti (anche se grazie all'informatica si sono parecchio diffusi anche questi altri prefissi) conoscono i prefissi Mega- (un milione), Giga (un miliardo) e Tera- (1000 miliardi).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Cerchiamo ora di acquisire un minimo di confidenza con le unità di misura presentate con qualche esempio:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><ul><li style="text-align: justify;">La batteria del computer portatile col quale sto scrivendo quest'articolo può contenere al massimo un'energia di 60 Wh, mentre il suo alimentatore può erogare al massimo una potenza di 85 W. Ne consegue che, se la potenza erogata fosse costante nel tempo basterebbe meno di un'ora (poco più di 40 minuti) per caricare completamente la batteria. Ciò non è ovviamente vero, e questo fa intuire come la potenza erogata dall'alimentatore sia in realtà variabile nel tempo, e questo dipende dal modo in cui vanno caricate le batterie per non rovinarle.</li>
<li style="text-align: justify;">I 77 Cv di potenza erogati dal motore 1.4 benzina 8 valvole della Fiat Grande Punto corrispondono a circa 60 kW. Un litro di benzina contiene un'energia pari a 32 MJ (circa 9 kWh).</li>
<li style="text-align: justify;">I motori di un treno ad alta velocità (TAV) possono erogare una potenza di 8800 kW <span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 11px;">(3)</span></span></li>
<li style="text-align: justify;">Una moderna centrale nucleare produce una potenza di 1000-1600 MW.</li>
</ul><hr style="text-align: justify;" /><div style="text-align: justify;">[1] Un Joule (J) rappresenta l'energia necessaria a una forza di un Newton (N) per spostare un corpo di un metro (m). Il Newton a sua volta è la forza necessaria a dare l'accelerazione di 1 m/s^2 a un corpo di massa un kg.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">[2] Se siamo in presenza di un diagramma con l'andamento della potenza nel tempo, si può risalire facilmente all'energia scambiata calcolando l'area sottesa alla curva, che in matematica si ricava con un integrale di Riemann. Viceversa se è dato il diagramma dell'energia in funzione del tempo si può conoscere la potenza istantanea calcolando la pendenza della curva nel punto di interesse, che altro non è che la derivata della funzione valutata in quel punto.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">[3] Questo valore è la cosiddetta "potenza oraria", ovvero quella che può essere erogata per non più di un'ora, dato che altrimenti il motore si surriscalderebbe. Il valore della potenza continuativa, ovvero quella erogabile per un tempo indefinitamente lungo, è chiaramente più basso.</div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8195657068254573340.post-66351469336652113392010-04-11T14:03:00.000-07:002010-04-11T14:03:49.101-07:00Benvenuti<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nei prossimi giorni comincerò a pubblicare i primi articoli. Se avete a cuore qualche aspetto specifico della questione, o se avete qualche informazione da suggerire non esitate a contattarmi (commentando questo messaggio o spedendomi una mail).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_s3U-Lzp46I7W7T6JHoKmyT1gyBh5u1KgcUKhQ8Ds3Wikvzf_YxXsoF9_Ce0hM-0GDnTbjSVtDlfpwolNb8x0k8x0P08owMZbkgcHFcXPPky7sOq2qddc4or6rmWjCazVTcrOQwE9fF0/s1600/Nuclear_power.JPG.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_s3U-Lzp46I7W7T6JHoKmyT1gyBh5u1KgcUKhQ8Ds3Wikvzf_YxXsoF9_Ce0hM-0GDnTbjSVtDlfpwolNb8x0k8x0P08owMZbkgcHFcXPPky7sOq2qddc4or6rmWjCazVTcrOQwE9fF0/s320/Nuclear_power.JPG.jpeg" /></a></div>Walterhttp://www.blogger.com/profile/01064195440748539013noreply@blogger.com1